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Alice e le parole non dette allo zio

Alice e le parole non dette allo zio - Racconto nuovo e Inedito di Monica Palazzi -


Buona lettura 😊 😉

 

Era il Primo Novembre e come ogni Primo Novembre che si rispetti pioveva a dirotto, tirava un forte vento e c’era pure della nebbia fitta.

Ma Alice non voleva venire meno alla promessa che aveva fatto a suo zio Antonio.

In realtà questa promessa l’aveva fatta più a sé stessa che a lui dato che l’uomo era già morto quando la donna aveva deciso di compiere quel rituale in sua memoria…

Andarlo a trovare era una cosa che si sentiva di dover fare, almeno una volta all’anno, per parlare ancora con lui cosa che negli ultimi anni della sua vita non aveva più fatto…

E le sembrava che lui, in qualche modo, le rispondesse, ovviamente, non a parole però “qualcosa” le faceva capire che lui le era ancora accanto e le voleva bene….

Per incrinare il loro rapporto era bastata una parola non detta o detta male e, adesso, questo macigno le pesava sulla coscienza.

Ecco perché costi quello che costi ogni anno nella Ricorrenza dei Morti si metteva in viaggio e percorreva quei cento chilometri di strada che la separavano dall’ultima sua dimora …

“È l’unico modo che ho per espiare alle mie colpe sempre che di colpe si possa parlare” – si disse fra sé e sé ancora una volta la giovane.

Perciò, nonostante fosse come ovvio un giorno festivo, si alzò di buon’ora e si preparò per uscire.

Ormai Alice era una donna fatta, aveva trentacinque anni, e “di acqua sotto i ponti ne era passata” da quell’ultima discussione con lo zio.

Tuttavia se la ricordava a perfezione nemmeno fosse successa il giorno prima.

E mentre percorreva, sul bus, la strada che separava la sua casa dal cimitero ripensò a quei fatti e a come fosse finita a vivere con lo zio per buona parte della sua infanzia e adolescenza.

I suoi genitori erano morti in un incidente stradale quando lei aveva solo dieci anni e per questo motivo era stata affidata ad Antonio, il fratello maggiore di suo papà.

“Il giorno dell’incidente era più o meno come oggi” -realizzò la donna

Lei, in realtà, non si ricordava molto di quei fatti però le avevano raccontato che la macchina su cui viaggiavano loro tre era finita fuori strada, forse, un colpo di sonno del papà che era alla guida oppure, magari, una manovra dell’uomo finita male per evitare qualcuno o qualcosa sulla carreggiata e tanto era bastato perché i suoi genitori morissero sul colpo mentre lei era, miracolosamente, rimasta illesa.

Antonio era l’unico parente che aveva ancora in vita dato che la sua mamma era orfana e senza fratelli o sorelle e per questo motivo venne affidata a lui.

L’uomo era un signore tutto di un pezzo, ex militare da poco in concedo, e l’arrivo della nipotina aveva scosso e, parecchio, le sue abitudini quotidiane.

Era un single convinto e non aveva mai avuto qualcuno per casa tanto meno una ragazzina.

Lui e Alice, difatti e almeno inizialmente, facevano due vite separate in quanto la piccola era stata affidata a una tata che restava con lei praticamente giorno e notte.

Antonio spesso si diceva, come fra sé e sé: “Ma chi me l’ha fatto fare di prendermi la responsabilità di una bambina? Stavo così bene da solo!”

“Meno male, beati loro, che i nostri genitori sono morti di vecchia, a poca distanza l’uno dall’altra e già da qualche anno, così si sono evitati il dolore della perdita di un figlio …” – concludeva, più o meno, sempre immancabilmente l’uomo.

Il papà di Alice, difatti, era arrivato quando i suoi genitori non erano più dei ragazzini tanto è vero che un secondo figlio non era una cosa programmata e per questo motivo, forse, Antonio aveva fatto da secondo papà anche a lui….

Alice, tuttavia, con il passare del tempo si era fatta ben volere dallo zio tanto è vero che i loro rapporti erano diventati sempre più amichevoli e cordiali.

Alla domenica, questa era diventata un’abitudine consolidata, ad esempio andavano a fare colazione al bar sotto casa ed era in quelle occasioni che si scambiavano, in realtà era più la ragazzina a farlo, qualche confidenza.

Ed in questo modo che lo zio veniva a conoscenza dei primi amori di Alice o delle liti con l’amica del cuore, ma anche dei sogni e delle speranze per il futuro della nipote.

Nel frattempo i mesi e gli anni passavano senza grossi scossoni e, in questo modo, la bambina si era fatta una ragazza, praticamente, una piccola donna dato che aveva raggiunto quasi la maggiore età.

Ormai non c’era più traccia della sua baby sitter o bambinaia come la definiva l’uomo e le varie faccende le sbrigavano lei e lo zio seppur una volta a settimana veniva una signora per le faccende più impegnative.

E proprio il giorno dei diciotto anni di Alice era una domenica e come tutte le altre domeniche che l’avevano preceduta e i due se ne andarono al bar per il loro “rito settimanale”.

Antonio si era accorto che da qualche giorno la nipote non sembrava più lei: trascorreva più tempo fuori di casa del solito anzi aveva avuto modo di vedere il suo gruppo di amiche però la nipote non era con loro e era spesso persa nei suoi pensieri.

“Chissà cosa la turba e le tiene impegnata così tanto lontana dalla sua compagnia di amicizie!  Speriamo che non sia nulla di grave e, soprattutto, che me ne parli alla prima occasione” -diceva lo zio.

Alice, difatti, aveva qualcosa che la teneva occupata la mente giorno e notte e non era un’incomprensione con il fidanzato del momento o con l’amica del cuore….

Una volta arrivati al bar e nemmeno il tempo di fare la solita ordinazione che Alice affermò con un sorriso che le illuminò il volto: “Zio ho una grande notizia da darti, sai? Ormai il giorno del mio diploma delle superiori è vicino e una volta fatto quello e dopo l’estate ho intenzione di entrare nell’esercito esattamente come te e il papà!”

La giovane credeva che questa novità avrebbe reso felice l’uomo e, invece, successe il contrario.

Antonio si rabbuiò in volto e le disse con un tono che non ammetava repliche: “Non se parla nella maniera più assoluta, non avrai mai il mio benestare per fare una cosa del genere!”

“Cosa vuol dire che non mi darai mai il tuo benestare? Sono maggiorenne ed ho i soldi che mi hanno lasciato i miei genitori perciò posso fare quello che voglio che ti vada bene oppure no!”.

Fecero colazione in silenzio … Tutto intorno a loro c’era il solito chiacchiericcio e la medesima allegria di un giorno festivo qualsiasi, ma al loro tavolo “non volava una mosca” …. il gelo tra loro era, quasi, palpabile.

Questo strano “gioco del silenzio” andò avanti fino al giorno del suo diploma e “di quello”, come in un tacito accordo di tregua, non ne parlarono più, ma nessuno dei due aveva cambiato idea su quel punto.

Alice voleva diventare un soldato e Antonio no.

“Se avessi chiesto allo zio il motivo di questo suo rifiuto tassativo, invece, di andare avanti diritta come un carro armato per la mia strada, forse, adesso le cose sarebbero andate diversamente…”- Realizzò la donna mentre era seduta sul bus che l'avrebbe portata al cimitero da Antonio.

E, invece, ai primi di agosto, giusto un mese o poco più del giorno del diploma, e dopo un’altra discussione con lo zio dove si erano detti solo delle cattiverie che in realtà però non pensava nessuno dei due, Alice prese le sue cose e se ne andò via da casa dello zio.

“Come mai mi ero comportata così? Perché a diciotto anni ti senti invincibile e sei convinto di poter fare tutto quello che vuoi senza dover stare ad ascoltare il parere degli altri ... E solo dopo capisci che non è così.”

I suoi genitori le avevano lasciato una discreta sommetta che in aggiunta a quanto aveva ottenuto dalla vendita del loro appartamento le permisero di essere autonoma economicamente e, quindi, di intraprendere la strada che voleva.

Fece così la scuola per ufficiali con ottimi risultati. Gli anni erano passati e dello zio non aveva più saputo nulla.

Inizialmente l’uomo l’aveva cercata con delle telefonate, le aveva lasciato dei messaggi sulla segreteria telefonica del suo cellulare, e le aveva inviato delle mail che Alice aveva ascoltato e letto, ma Antonio non aveva cambiato parere e per questo motivo, di lì a breve, la giovane aveva deciso di bloccare il suo contatto.

Il giorno del diploma era l’unica del suo corso a non avere qualcuno a festeggiarla … seppe solo, in seguito, che, invece, lo zio era lì, per lei, in fondo alla sala….

Un giorno, poi, una volta rientrata alla base il suo superiore la chiamò nel suo ufficio e le disse: “Ti devo dare una brutta notizia … tuo zio è morto questa notte”.

“Come, scusi, mio zio è morto?”

“Mi dispiace non so di più se non il posto dove era ricoverato. Ti do tre giorni per il funerale e per sistemare i sospesi più immediati.”

Senza farselo ripetere due volte Alice si diresse alla casa di cura dove le raccontarono degli ultimi anni di Antonio.

L’uomo aveva un male incurabile e quando era evidente che da solo non poteva più stare era andato a stare lì e giusto qualche giorno prima di morire quando aveva capito che la fine era, ormai, vicina aveva scritto una lettera per la nipote che le venne consegnata immediatamente.

Alice la prese e la ficcò, quasi, automaticamente nel suo zaino.

Non voleva leggerla, ma non aveva nemmeno il coraggio di gettarla e per questo motivo una volta tolta dallo zaino la mise in un cassetto dove resto per qualche mese.

E li sarebbe rimasta se non fosse stata contattata da un notaio per l’eredità dello zio di cui era l’unica beneficiaria.

Il rientrare nel suo vecchio appartamento dopo tanti anni di assenza e il girare per le stanze della casa in cui era stata felice con Antonio la rattristarono davvero molto.

Ma quello che la fece scoppiare a piangere come una fontana fu il trovare un album dove lo zio aveva raccolto le informazioni sulla sua carriera e fu così che venne a sapere che Antonio c’era alla consegna del suo diploma.

Fu in quel mentre che le torno alla mente la lettera … adesso era arrivato il momento di leggerla.

Lo zio si scusava con lei per quella reazione, per quel suo rifiuto tassativo e senza appello di replica…

Le spiegò che era un uomo all’antica e per uno come lui era impossibile pensare che una ragazza intraprendesse la carriera di soldato.

È una vita dura e molto difficile in special modo per il gentil sesso.

Per questo motivo avrebbe voluto qualcosa d’altro per la nipote che, con il passare del tempo, per lui era diventata come una figlia … quella figlia che non aveva mai avuto…

Tuttavia poi si era accorto che i tempi erano cambiati e, seguendola da lontano, aveva capito che la vocazione di Alice era proprio quella come lo era stato, prima, sia per lui sia per il fratello.

Avrebbe voluto parlarne, a voce, alla ragazza ma la malattia era arrivata prima e se l’era portato via.

L’aveva cercata sia per telefono sia per mail, ma non era mai riuscito a mettersi in contatto con lei e per questo motivo le aveva scritto “una cara vecchia lettera” con carta e penna sperando che, almeno, quella la leggesse…

È certo che lo zio non era riuscito a mettersi in contatto con lei…

Alice l’aveva bloccato anni prima e poi, tra una cosa, e l’altra si era dimenticata di sbloccarlo…

Se solo l’avesse fatto, allora, si sarebbero potuti parlare e chiarire e, invece, no non era successo!

Ormai era tardi, praticamente impossibile, o forse no?

No, non era troppo tardi in quanto era certa che ovunque fosse lo zio Antonio avesse visto la scena e l’avesse perdonata.

Per questo motivo aveva promesso sia a sé stessa sia a lui che ogni Primo Novembre sarebbe andata sulla sua tomba per raccontargli le novità dell’ultimo anno ….

Un po' come facevano ogni domenica mattina quando lei era una ragazzina…

E in quei momenti lo sentiva ancora accanto a lei ….


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