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Rosanna e James una storia d’amore più forte della Guerra

Rosanna e James una storia d’amore più forte della Guerra Racconto breve e inedito di Monica Palazzi.


Rosanna aveva appena compiuto i 21 anni e questo voleva dire diventare maggiorenne!

Si ricordava ancora i festeggiamenti per questo importante traguardo che la sua famiglia aveva fatto per sua sorella Marianna giusto qualche anno prima!

Ma allora la Guerra non era ancora arrivata in Italia … era l’aprile del 1940… e, ovvio, un po' di aria di guerra si sentiva anche in terra bergamasca e come negarlo?

Certo c’era stata l’invasione il primo settembre 1939 della Polonia da parte della Germania tuttavia il conflitto sembrava, ancora, un qualcosa di lontano e che tutt’al più sarebbe rimasto confinato in quelle terre lontane...

Sì, insomma, come un qualcosa che non ci avrebbe mai toccata da vicino.

Per lo meno era quello che appariva stando ai “si dice” ….

E, invece, tutto sarebbe cambiato nell’arco di due mesi e in peggio…

Ma torniamo alla festa di compleanno di Marianna che era stata fatta una domenica pomeriggio in cui l’aria era già tiepida neanche fosse estate…

C’erano tanti invitati tra amici e parenti o conoscenti… fu uno degli ultimi momenti più spensierati e felici di Rosanna e, in generale, di tutta quanta la sua famiglia ancora al completo…

Poi tutto era cambiato, ma in realtà nemmeno troppo almeno inizialmente…

Quando l’Italia era entrata in Guerra il 10 giugno del 1940 c’era stato il discorso del Duce ad annunciarlo …. Un brivido di freddo, nonostante fosse una giornata afosa, era corso lungo la schiena di Rosanna …

Questa reazione era dovuta, probabilmente, alle parole dei nonni, dei genitori e degli zii e di quando raccontavano delle brutture della Prima Guerra Mondiale e lei, come tutti i suoi coetanei, credeva di esserci scampata e, invece, non era così.

Dì lì a poco, difatti, iniziarono a richiamare alle armi tutti i giovani e i meno giovani ed erano così partiti per la Guerra il papà, gli zii, i fratelli (anche il fratello gemello Mario) e i cugini.

In tanti non sarebbero più tornati dal fronte ….

Ecco era questo che stava pensando Rosanna quella mattina di inizio maggio del 1944 che era anche il giorno del suo compleanno!

Non fece nemmeno in tempo a fare una frugale colazione che sentì suonare le sirene che avvisavano che gli aerei bombardieri dei nemici si stavano avvicinando e di scappare tutti quanti nei rifugi antiaerei.

Oramai era abituata a lasciare tutto quanto quello che stava facendo…

Abbandonare la sua case e le faccende domestiche così com’era per fuggire nel più vicino riparo.

Il nord d’Italia e nello specifico Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, era diventato uno dei maggiori bersagli della contraerea anglo-americana in quanto si voleva colpire il ponte ferroviario con lo scopo di impedire il passaggio dei treni verso nord per il rifornimento delle truppe tedesche.

Per fortuna l’Amministrazione Comunale aveva provveduto a fare dei Rifugi Pubblici dove poter andare a ripararsi.

Oddio – penso Rosanna- dire che dentro qui ci stai bene è una parola grossa, sai?

Sei al riparo e al sicuro e, per fortuna, ci sono anche i servizi igienici e la corrente elettrica, ma affermare che nel rifugio ci stai bene è, sicuramente, un'altra cosa!

Poi una volta finiti i bombardamenti, quando gli aerei se ne ritornano indietro c’è sempre il terrore di trovare la tua casa distrutta e in quel caso cosa fare?

Beh era capitato a dei loro amici e costoro altro non avevano potuto fare che andare a chiedere ospitalità nei conventi o ad amici o ai conoscenti e ai parenti!

Ma ciò era davvero molto avvilente senza contare che questo voleva dire perdere tutto quanto!

Finalmente l’allarme risuonò e questo voleva dire mettere fine a quei cupi pensieri …. Rosanna si mise a correre a perdifiato verso casa, aveva bisogno di tornare tra le sue cose per avere un minimo di serenità, non sentì né le parole di sua mamma né quelle della nonna o delle sorelle corse a perdifiato e basta…

Arrivò, quindi, per prima a casa e per fortuna era ancora lì tutta intera anche questa volta.

Quel senso di dolore e paura non era dovuto al timore di perdere la casa ma, lo seppe solo qualche tempo dopo, alla morte di suo fratello gemello Mario che era perito proprio quel giorno in terra straniera, in Africa, per mano di un nemico, forse, un ragazzo come lui ….

Si dice che i gemelli sono legati da un file sottile che li unisce per sempre e così era stato anche per loro fino alla fine….

Ma torniamo a Rosanna e a quella parte di famiglia che era rimasta in terra bergamasca la cui vita prosegui abbastanza normalmente ancora per un po' di tempo e si arrivò, quindi, al 4 novembre del 1944.

Erano scappati tutti quanti in seguito al suono delle sirene che avvisano del pericolo imminente, ancora una volta, al rifugio considerandolo un posto sicuro e il loro lo era di certo, ma non quell’altro, poco distante, che fu bombardato anche se quest’ultimo resistette abbastanza bene e non ci furono feriti, almeno quel giorno, ma il successivo, invece, sì.

Tra le tante cose bombardate di quel giorno ci fu anche la locale Cooperativa Alimentare e la gente affamata approfitto di quel fatto per andare a cercare qualcosa da mangiare sotto le macerie!

Di cibo non ne girava poi molto e l’idea di andare a recuperare, magari, qualcosa di buono lì sotto sembrò una bella idea a tanti.

Fra di loro c’erano anche due sorelle di Rossana, tra cui Marianna, e un paio di cugine.

Rosanna non c’era solo perché non si sentiva troppo bene quel giorno e decise di restare a letto ancora un po', forse, ci sarebbe andata più tardi.

Ma cercando, cercando costoro trovarono anche una bomba che esplose e causò una decina di morti, tra cui anche la sorella Marianna e una cugina, senza contare poi i feriti.

La deflagrazione fu abbastanza forte che la sveglio di soprassalto…al momento non realizzò però poi, quasi subito, capì e il timore divenne realtà quando l’altra sorella e la cugina superstiti entrano trafelate in casa….

Altre due morti che si univano a tutte quelle precedenti, ma quando sarebbe finito tutto questo orrore?

L’aria in casa era davvero irrespirabile, la tensione e il dolore erano proprio palpabili e quasi come una presenza reale, per questo motivo Rosanna uscì e andò verso il vicino fiume per respirare.

Ne aveva bisogno come l’aria che respirava.

Si sedette sul bordo del fiume a pensare e fu in quel mentre che sentì un rumore, come di un gatto che stava nascondendo la sua preda, dietro ai cespugli.

In altri tempi, quando ancora era una ragazza felice e spensierata, ne sarebbe stata terrorizzata e sarebbe fuggita via però non ora … adesso non aveva più paura di niente! Tanto che cosa poteva esserci di peggiore della Guerra? Della morte e della distruzione?

Si armò giusto di un ramo per ogni evenienza che non si sa mai…

Ma dietro al cespuglio non c’era un gatto, ma una persona.

Era un ragazzo in divisa, era straniero, e capì poi che era inglese.

Lei l’inglese non la parlava per niente però, per fortuna, lui, quel ragazzo della sua età circa, qualche parola d’italiano la sapeva, anzi in realtà lo parlava anche abbastanza bene, e fu così che seppe la sua storia.

Era venuto con un gruppo di altri soldati in ricognizione e, ovviamente, di nascosto per cercare di capire come poter distruggere il “famoso” ponte cosa che poi riuscirono a fare il primo gennaio del 1945 quando venne abbattuta un’arcata del ponte ferroviario.

Ma il nostro era stato avvistato dai partigiani o da non si sa bene chi ed era stato abbandonato al suo destino dal suo gruppo.

James, questo è il suo nome, era stato ferito, non gravemente, e si era rifugiato lì senza sapere bene nemmeno lui sul da farsi.

Rosanna sul momento non sapeva se aiutarlo o denunciarlo!

Escluse la seconda alla fin fine non era che un suo coetaneo che aveva bisogno di una mano e la stessa cosa sarebbe potuta succedere anche a uno dei suoi fratelli e lei, naturalmente, si sarebbe augurata che un’anima buona gli avesse dato una mano….

Tuttavia portarlo a casa era da escludere gli inglesi non erano ben visti, erano i nemici, ma nemmeno poteva lasciarlo lì senza prestarli il minimo aiuto.

Non era un dottore però aveva fatto il corso da crocerossina con l’idea di partire per il fronte però fino ad allora non ne aveva mai avuto la possibilità.

Provò a guardare la ferita che, da una prima analisi, non sembrava poi nemmeno così grave.

Gli disse che sarebbe andata a casa a prendere del disinfettante, o qualcosa per curarlo meglio che le fosse stato possibile, così come del cibo.

Il cibo in casa era poco perciò almeno per qualche giorno avrebbe dovuto farne a meno lei per darlo a lui se non voleva attirare l’attenzione dei famigliari.

Sarebbe stata una cosa fattibile per un periodo limitato di tempo….

Ma dove nasconderlo?

C’era una casa mezza diroccata per via dei bombardamenti non troppo lontano da dove si trovavano e, ovviamente, disabitata perciò James si sarebbe potuto adattare lì almeno nell’immediato…

Per fortuna la ferita non era, effettivamente, molto grave e grazie, anche, al riposo e al mangiare che Rosanna gli procurava James si rimise alla svelta.

Non appena fu un po' in forze il giovane se ne andò senza prima promettere che una volta finita la Guerra sarebbe tornato a cercarla.

Si erano innamorati, non era mai successo nulla, giusto qualche bacio rubato, ma quel sentimento sincero e profondo c’era almeno da parte della ragazza, ma era contraccambiato?

Tuttavia Rosanna non credette poi molto alle sue parole… non c’era anche il detto: “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”?

E, poi, pensò che fosse vero amore? Più facilmente era solo un senso di riconoscenza, almeno, da parte di James!

Il tempo passo e finalmente la Guerra finì!

Rientrarono quasi tutti gli uomini della sua famiglia dal fronte e la vita riprese più o meno come prima.

Si ricostruì quello che era stato distrutto e senza che Rosanna se ne accorgesse si era arrivati al 1947.

Anzi per l’esattezza era maggio e mancava davvero poco al suo compleanno ….

Proprio in quel mentre si sentì chiamare, ma in una maniera strana con un accento particolare, che le ricordava tanto James!

Che, forse, fosse un sogno?

Si voltò pensando che, forse, fosse uno dei suoi fratelli o un cugino che voleva tirarle uno scherzo dato che poi ne aveva parlato in famiglia e, invece, era proprio James il “suo” James!

Le disse che sarebbe voluto arrivare prima, ma che una volta tornato in Patria aveva scoperto che sia il padre sia il fratello maggiore erano morti e l’azienda in famiglia stava andando in malora…

Gli ci volle qualche tempo per rimettere in piedi tutto quanto dato che non poteva lasciare sua mamma e la sorella senza nemmeno una sterlina in tasca e dopo aver fatto ripartire la ditta l’aveva data in gestione a un amministratore che avrebbe provveduto così anche a mamma e sorella ed era, quindi, venuto a cercarla sperando che quella ragazza dai capelli corvini l’avesse aspettato….

Sì, che l’aveva aspettato!!!

E quello per Rosanna fu davvero il più bel compleanno di tutta la sua vita!!

Si sposarono di lì a poco e come si dice in questi casi??

“Vissero felici e contenti per tutti quanti i giorni della loro vita”.


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