Francesca, novella Miss Marple, e il mistero dell’uomo scomparso
- Monica Palazzi

- 2 nov
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 30 nov
Francesca, novella Miss Marple, e il mistero dell’uomo scomparso - Racconto nuovo e Inedito di Monica Palazzi -
Buona lettura 😊 😉
Francesca dopo aver conseguito il diploma di ragioniera aveva avuto la grande fortuna di trovare subito posto come impiegata presso un grande studio di commercialisti della sua città.
Tra il quarto e il quinto anno aveva fatto proprio lì da loro lo stage nel periodo estivo e, probabilmente, doveva aver fatto loro talmente bella figura che nemmeno il tempo di godersi le meritate nonché sospirate vacanze dopo la maturità che già le avevano offerto un posto di lavoro.
Era, davvero, molto contenta di quella proposta e, difatti, non avrebbe potuto chiedere di più dalla vita…
Era un sogno per tutti quanti i ragionieri locali e, quindi, anche per lei ed era con quest’animo allegro che quel giorno di metà settembre si stava recando al lavoro seduta su di un bus di linea che l’avrebbe portata, praticamente, fino alla sede di lavoro.
E, difatti, realizzo che da quel primo giorno erano passati ormai, esattamente, dieci anni …
Com’era volato il tempo da allora tuttavia ogni cosa sembrava immutata come la sua passione di guardare fuori dal finestrino mentre andava o tornava dall’ufficio e vedere così la vita degli altri che le scorreva davanti agli occhi.
Sovente si soffermava anche a immaginare che cosa potesse fare o dire “il tale” o “il tal altro” era una sorta di gioco che le piaceva fare fin da piccola quando con mamma, papà, fratello e il loro cagnolone andava in vacanza al mare.
E mentre era in fila, ad esempio, al casello dell'autostrada guardava le macchine in fila in parte alla sua si immaginava le loro vite.
Era, ormai, da quando aveva iniziato ad andare allo studio che trovava, più o meno, sempre le stesse identiche persone sia sedute a fianco a lei sul bus sia per la strada.
Sapeva alla perfezione, allo svoltare di ogni angolo, chi avrebbe visto.
Prima il ragazzo con le cuffie nelle orecchie con la faccia mezza addormentata, poi la signora anziana che trascinava dietro di sé il carrellino della spesa, e ancora una ragazza poco più grande di lei che portava a passeggio il suo cagnolino e per finire un signore anziano con il bastone e il giornale in una mano e nell’altra mano la brioche con lo zucchero soffiato che gli sporcava sia la giacca sia la faccia…
Ecco questi erano solo alcuni dei “classici” personaggi che Francesca vedeva, regolarmente, ogni mattina e altrettanti ne vedeva alla sera quando rincasava.
E mentre stava facendo una sorta di appello mentale le sovvenne il pensiero che era da un paio di sere che non vedeva più quel signore tanto buffo.
Ma sì proprio quello con degli occhialini così spessi che in confronto un fondo di bottiglia era ben poca cosa e con degli scarponi pesantissimi anche nel periodo estivo che sembrava che dovesse andare ogni giorno in montagna anche se, probabilmente, così non era e, al massimo, andava a fare la spesa nel negozietto all’angolo.
Chissà che fine avrà fatto?
Magari è solo andato in vacanza … sì ci sono tante persone che se ne vanno al mare, al lago o in montagna quando tutti gli altri se ne tornano in città e, forse, pure lui faceva parte di quella categoria!
Francesca adorava i libri gialli e le veniva facile immaginare dietro a ogni minimo fatto un mistero da risolvere tuttavia lì non ve ne erano.
La prossima settimana sarebbe tornato e tutto quanto si sarebbe risolto… si disse fra sé e sé.
Ma il lunedì successivo del “famoso” signore non c’era ancora alcuna traccia…
Strano non sembrava uno che ami cambiare abitudini e stile di vita così all’improvviso…
Le aveva dato l’impressione di essere una persona quanto mai ripetitiva e metodica e allora dove si sarà cacciato?
Il pensiero di questa assenza le continuava a tornare in mente, pure durante la giornata lavorativa, ogni qual volta che aveva un attimo libero.
“Non posso andare aventi così” si disse “allora domani in pausa pranzo andrò a vedere se qualcuno sa qualcosa e così, almeno, mi metterò “il cuore in pace””.
L’uomo l’aveva sempre visto alla fermata precedente alla sua perciò l’eventuale ricerca avrebbe richiesto solo due passi di strada e siccome la pausa pranzo era di un’ora avrebbe avuto modo di svolgerla con calma o quasi.
L’indomani mangiò più velocemente del solito così da avere il maggior tempo possibile per svolgere le sue indagini.
Passò in rassegna un bar, un’edicola, un fruttivendolo, un panettiere e pure un fiorista.
In questo modo venne a sapere svariate cose sul “suo” uomo.
Si trattava del signor Ettore che " abitava da qualche parte " nel quartiere nella zona vecchia, dettagli maggiori su questo punto non era stata in grado di raccoglierne, vedovo (andava a comperare con regolarità dei fiori che poi portava sulla tomba della conserta defunta) senza figli e che era andato in pensione ormai da diversi anni.
Ma che fine avesse fatto questo proprio non lo sapeva …
Tuttavia, effettivamente, anche i commercianti era da qualche giorno che non lo vedevano in giro…che fosse andato in vacanza era da escludere dissero pure loro…probabilmente doveva essere ammalato e, magari, ricoverato in qualche ospedale o clinica.
Anche nei giorni successivi proseguì le sue indagini e, più o meno, fortunosamente venne a sapere il suo cognome così come dove abitava esattamente.
Francesca si diresse, quindi, durante la sua pausa pranzo di buon passo verso il suo appartamento che stava al secondo piano di un palazzo signorile non troppo lontano da dove era impiegata.
Cercò sul campanello il cognome dell’uomo e lo suonò.
Ma niente.
Risuonò ancora e nel mentre stava valutando il da farsi uscì dal portone un’anziana signora a cui Francesca si affrettò a domandare notizie del signor Ettore nella speranza di venire a sapere qualcosa di più.
La donna le confermò che, in effetti, l’uomo era sparito così all’improvviso dalla sera alla mattina come niente fosse ormai da almeno un paio di settimane!
Aggiunse, poi, che Ettore non aveva né moglie né figli o altri parenti…sì qualche amico c’era però da lì a pensare che potesse essere andato da qualche parte con uno di loro sembrava una cosa eccessiva quasi assurda …. sì, insomma, non "nelle sue corde"...ecco...
E allora?
Ma Francesca sentì suonare le due di pomeriggio al vicino campanile.
E questo voleva dire che era in tremendo ritardo…avrebbe proseguito le ricerche l’indomani.
Ringraziò la signora e corse a perdifiato verso l’ufficio…arrivò tardi però non così tardi da essere ripresa…menomale.
Ormai sia i suoi colleghi sia le sue colleghe sapevano di questa sua ricerca e allora la coprirono con il capo…
Quando Francesca uscì, alla sera, dallo studio si diresse verso la fermata del bus, come sempre, tuttavia in quel frangente le sembrava di essere seguita … si voltò e non notò nulla di strano!
Forse era solo suggestione e null’altro … si sentiva un po' come l’eroina dei suoi romanzi preferiti che erano quelli con Miss Marple, come protagonista, di Agatha Christie …
Una bella dormita le sarebbe servita, sicuramente, per mettere le idee in fila e nell’ordine corretto…
Alla mattina seguente quando Francesca si alzò c’era il sole splendente alto nel cielo e l’arietta era ancora caldina nonostante fosse la metà di settembre e alla giovane sembrò che non ci fosse niente di strano nell’assenza del signor Ettore… ci sarà, sicuramente, una motivazione logica a tutto questo! Cosa vado mai a pensare?
Basta indagini… sta diventando una vera e propria fissazione!!
E tutto filò liscio per i due giorni successivi, ma il terzo giorno cambiarono, ancora una volta, le carte in tavola.
Vicino a lei, sul bus, si mise un ragazzo che le sussurrò: “Lascia perdere le ricerche altrimenti potresti rimetterci la salute!”
Ma che cosa volevano dire quelle parole? Le aveva davvero sentite oppure se le era solo sognate?
No, era stato tutto quanto reale in quanto sul sedile a fianco al suo, dopo che l’uomo se ne era andato, c’era tanto di biglietto scritto con dei ritagli di giornali o riviste con queste stesse identiche parole.
Cosa fare??
Ormai "c’era in mezzo" e non era nella sua natura fingere che niente fosse, ma quello che è certo che da sola non poteva più andare avanti… era troppo pericoloso.
Suo fratello Antonio era un ispettore di Polizia e gli avrebbe chiesto, quindi, aiuto non c’era altra soluzione.
Gli telefonò appena arrivata in ufficio, non c’era tempo da perdere, e gli propose di trovarsi in pausa pranzo e fu così che gli spiego tutta quanta la storia.
Antonio, inizialmente, restò tra l’esterrefatto e il basito: “Ma com’è che sua sorella riesce sempre a mettersi nei guai?” Deve avere proprio una calamità”. Le era capitato ancora delle cose del genere seppur mai cose così gravi….
Il ragazzo iniziò subito le indagini e scoprì che sul lato posteriore rispetto all’appartamento dove abitava il signor Ettore c’era un museo che di lì a breve avrebbe ospitato una mostra con dei pezzi di grande pregio e di enorme costo e fosse mai che dei ladri pensavano di introdursi nel museo attraverso la sua casa?
Possibile un piano del genere?
Ne parlò, quindi, con il suo diretto superiore e fu così che venne organizzato un blitz in casa dell'anziano signore!
E le cose stavano proprio come aveva immaginato Antonio.
In casa c’era il signor Ettore legato come un salame con i malviventi che si alternavano sia a controllare l’ostaggio sia a fare un tunnel che li avrebbe portati direttamente nelle sale della mostra.
Francesca, la nostra novella “Miss Marple” ci aveva visto giusto con tanto di ringraziamenti dal signor Ernesto!
La ragazza, finalmente, rilassata tornò a sedersi sul suo solito posto dell'autobus.
Guardò fuori dal finestrino e sorrise: la città era tornata alla normalità e così lei.
Ma proprio nell'istante in cui il bus si rimise in marcia notò un nuovo viaggiatore.
Un uomo con un impermeabile in stile "Tenente Colombo", un cappello calato in testa, degli occhiali da sole anche se il sole era ormai scomparso e un borsone sulle ginocchia.
"Chissà che cosa nasconde costui..."
La vita è piena di misteri e la nostra "novella Miss Marple" era ormai pronta a scoprirli tutti quanti...
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