Giacomo e la gita al mare con il morto - Racconto Breve-
- Monica Palazzi
- 1 giorno fa
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Giacomo e la gita al mare con il morto - Racconto nuovo e Inedito di Monica Palazzi
Buona lettura
Giacomo si stava organizzando per una gita al mare con il cane Frankie…
L’uomo era rimasto vedovo da tre anni circa e da allora si era chiuso in sé stesso anzi se non fosse stato per Frankie probabilmente sarebbe uscito di casa solo ed esclusivamente per andare al lavoro e nulla più…
E, per fortuna, adorava il suo lavoro! Era commissario di Polizia nel comando cittadino …
Ripensò alla moglie, Giulia, che era morta investita da un pirata della strada mentre stava facendo jokking ed era stata proprio la sua squadra ad arrestarlo …
Per fortuna, però, che, come detto, c’era Frankie che gli fece “scappare” anche un sorriso quando se lo vide trotterellare davanti con il collare in bocca pronto per uscire … era come se volesse dirgli: “basta pensieri negativi! E’ ora di fare una bella passeggiata in riva al mare”.
Era fine maggio e le giornate erano già calde seppur, ovviamente, non caldissime quindi nonostante fosse una domenica mattina anche la zona pet friendly era ancora, praticamente, libera e poco frequentata.
Giacomo stese il suo salviettone, tolse la thermos dallo zaino e il libro che si era portato.
Avrebbe trascorso una bella giornata tranquilla e serena!
Si guardò in giro e non essendoci nessun altro lasciò libero Frankie che, tuttavia, si accucciò al suo fianco e pisolò felice e contento accanto al suo padrone.
Tutto quanto filò liscio fino alle 16 quando la quiete fu interrotta da un grido a bordo di una barca in mezzo a mare e da uno splash in lontananza poi più niente.
Era sicuro dell’ora perché poco prima era suonato l’allerta sul cellulare per la sua pastiglia del cuore….
L’uomo allora alzo gli occhi dal libro che stava leggendo e si guardò in giro.
Al largo, difatti, notò un motoscafo e qualcuno, almeno due persone, che andava avanti indietro sul pontile però era difficile capire qualcosa di più…
Giacomo pensò, quindi, che si trattasse o di una lite fra innamorati oppure di alcuni ragazzi che, magari, stavano giocando…
Non diede peso, perciò, alla cosa e proseguì nel suo “dolce far niente”.
L’indomani proprio prima di andare al Commissariato si fermò, come sua abitudine, a comperare il quotidiano locale che riportava a grandi lettere così come come sulla locandina fuori dall’edicola: “ E’ morto durante una gita in mare davanti agli occhi della moglie e di una coppia di amici il noto industriale Luca Lucini”.
La coppia di amici a cui si accennava erano gli altrettanto famosi industriali Felino e Rosita Zanioli.
Vuoi vedere che quando ho sentito quel rumore era l’uomo che era caduto in mare?
Ma, no è impossibile se così fosse sarebbero stati allertati anche i soccorsi e, invece, fino al tardo pomeriggio era sicuro che non fosse arrivato nessuno!
No, sicuramente si sarà trattato di una coincidenza e di qualcosa e qualcuno altro.
Nel leggere l’articolo scoprì così che l’uomo era stato colpito alla testa dalla poma della nave, per via del vento, e che era quindi finito in mare privo di conoscenza.
L’amico, Felino, si era tuffato per salvarlo però non c’era stato niente da fare.
Lucini era già morto.
E tutto questo secondo la ricostruzione del giornalista sarebbe successo intorno alle ore 17:30 di domenica.
Giacomo pensò che fosse stata proprio una sfortuna essere stati colpiti dalla poma…
Le barche erano sempre state la sua passione perciò sapeva bene che “la poma di nave” si trova davanti, a prua, e altro non è che un oggetto ornamentale che sovente rappresenta una figura mitologica e in tempi passati avevano anche il ruolo di proteggere la nave dagli spiriti maligni…
E questa, invece, aveva ucciso l’uomo.
Si parlava anche di vento eppure, almeno fino alle 16:30, non c’era stato un solo soffio d’aria…
Senza accorgersi era arrivato, praticamente, al lavoro.
Lo salutò il piantone e anche un altro paio di uomini.
Era un capo amato dai sottoposti in quanto era una persona giusta e corretta come pochi altri.
Si mise al lavoro come ogni giorno, né più né meno, però quella storia dell’uomo morto in mare, ogni tre per due, gli tornava alla mente.
E più cercava di scacciare quel pensiero e più, quello, tornava ad affollargli la mente
Fu così che, allora, subito dopo pranzo chiamo uno dei suoi ragazzi e gli chiesi di informarsi su chi stava seguendo il caso “Luca Lucini”.
Lo stava seguendo la commissaria Ludovica Oggioni.
Oltre a essere una brava poliziotta era, però, anche una sua “vecchia” fiamma.
In realtà non poi una fiamma così vecchia…
Appena morta la moglie, forse, per non pensare al dolore che stava provando si era gettato tra le braccia della collega che a detta di tutti era da sempre che “gli moriva dietro”.
Erano usciti per un breve periodo assieme poi l’uomo aveva realizzato che così facendo faceva del male più a lui che ad altri e si erano lasciati.
Le piaceva e si sarebbe potuto anche innamorare della donna, ma non in quel momento e non così….
Ludovica aveva capito le sue ragioni e si era ritirata di buon grado però, ovviamente, tra le loro le cose poi non erano state più come prima.
Qualcosa si era come rotto tra di loro e il solo dover realizzare che per sapere qualcosa sarebbe dovuto andare dalla commissaria Oggioni gli faceva male.
Tuttavia era una persona adulta e si fece forza.
Si incamminò di buona lena verso l’altra ala del palazzo e una volta fuori dalla porta dell’ufficio della collega dopo aver preso un bel respiro busso.
La donna disse avanti, certamente, non immaginando che si sarebbe trovata avanti proprio lui.
Ma ebbe abbastanza sangue freddo da dissimulare lo stupore e la meraviglia alla perfezione.
Giacomo le spiego in poche parole quali erano i suoi dubbi riguardo a quanto successo.
Certo di prove non ne aveva però qualcosa non tornava…
Ludovica dopo che il collega ebbe finito di esporre il suo racconto gli riferì che, comunque, anche lei aveva qualche dubbio su quanto accaduto.
Le cose sembravano non tornare del tutto nemmeno a lei.
In barca stando al racconto della novella vedova e di Felino e Rosita tutto sembrava andare alla perfezione fino a quella folata inaspettata di vento.
Tuttavia sul pontile superiore erano solo in tre in quel momento esatto: il morto, la vedova e l’amico mentre la moglie di quest’ultimo era nella cuccetta a dormire in quanto aveva accusato un malessere improvviso che l’aveva costretta a ritirarsi almeno per un pochino.
I due superstiti avevano affermato che l’uomo fosse stato colpito dalla poma e che Felino si fosse tuffato per salvarlo, ma non aveva potuto fare altro che ripescare il cadavere dell’uomo.
Alle urla della moglie, poi, Rosita si era svegliata ed era salita sopra per vedere solo in finale della scena.
Stando al racconto dei tre erano da poco passate le 17:30 e in giro non c’era nessuno che potesse confermare o smentire le loro parole.
L’autopsia aveva rilevato che nel corpo del Lucini non ci fossero dei veleni o dei sonniferi e che sì, effettivamente, la botta in testa che gli aveva fatto perdere conoscenza e portato alla morte c’era ed era compatibile con la poma.
Come smontare un racconto del genere?
I due si misero al lavoro e interrogarono separatamente e più volte sia la vedova sia l’amico.
Sicuramente la moglie di quest’ultimo non c’entrava nulla anzi al massimo si portava in testa un bel paio di corna e nulla più, la poverina….
Giacomo e Ludovica erano a un punto morto tanto è vero che il Questore disse loro che se non avessero trovato niente entro 48 ore il caso si sarebbe dovuto archiviare come incidente.
La vedova Lucini e la coppia Zanioli erano persone in vista e si sa come vanno queste cose, giusto?
Ma quando tutto sembra finito è allora che qualcosa succede e fa cambiare il corso degli avvenimenti, non è vero?
Anche quella volta capitò, difatti, lo stesso!
I social, pensò Giacomo, al giorno d’oggi tutti postano di tutto e, magari, qualcuno di loro così senza realizzare aveva messo online una foto o un commento utile all’indagine!
Il tempo era tiranno però la perseveranza lì premiò!
Fu Ludovica a trovare una foto che riportava come orario le 16:00 in cui si vedevano i quattro in posa, si doveva trattare di un autoscatto, con dietro la bandiera italiana e non c’era un solo filo d’aria.
Ludovica dissa: “perché non fingere e dire sia all’uno sia all’altro che era crollato e, sentendosi alle strette, aveva ammesso l’omicidio per vedere come avrebbe reagito?
Detto, fatto.
Sia la signora Lucini sia Felino non tardarono poi molto a cedere e ad ammettere la loro colpa.
Era da parecchio che erano amanti tuttavia il separarsi da Lucini avrebbe voluto dire perdere una fortuna dato che c’era la separazione dei beni e lo stesso valeva per il matrimonio di Zanioli dato che quella ricca era la moglie Rosita e non Felino.
Il piano prevedeva di uscire in mare tutti e quattro dare un po' più di sonnifero a Rosita e tramortire il Lucini dopo di che gettarlo in mare così da far passare la cosa come un incidente.
Per essere sicuri che tutto filasse sul liscio, e quasi c’erano riusciti, avevano spostato le lancette degli orologi presenti sulla barca ed avevano spento i cellulari.
Perché tutto questo?
Semplice! Se l’uomo fosse annegato alle 16 poi loro avrebbero avuto un’ora per sistemare tutto quanto compreso far passare il senso di sonnolenza eccessivo dovuto dal sonnifero a Rosita.
E tutto sarebbe andato benone se sulla spiaggia non ci fosse stato il nostro commissario!
I due vennero assicurati alla giustizia e condannati come colpevoli.
Ma il nostro racconto non è ancora finito, sapete?
Cosa ne è stato di Giacomo e Ludovica?
I due scoprirono, nuovamente, di andare molto d’accordo e di piacersi e, forse, questa volta facendo le cose per bene e piano piano, magari, ci sarebbe potuto anche essere il lieto fine!
Ne erano sicuri entrambi!
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