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Antonella e il Forte di Verona - Racconto Breve-

Antonella e il Forte di Verona- Racconto nuovo e Inedito di Monica Palazzi


Buona lettura


Ad Antonella non è che la storia fosse, poi, piaciuta molto e almeno così era fino a quel momento…

In quanto secondo lei la storia era solo un insieme di date e nomi che le si ingarbugliavano in testa e che faticava davvero molto a tenere a mente…

Tanto più quel giorno che era una bella giornata di primavera in cui il sole splendeva alto nel cielo con una bella temperatura mite avrebbe voluto fare di tutto tranne che studiare quella materia…

Cosa avrebbe dato la giovane per poter uscire a giocare e, invece, le toccava stare in classe con i suoi compagni ad ascoltare la professoressa Fabietti che stava parlando di qualcosa!

Ma di cosa? Aveva perso il filo del discorso e c’era da sperare che la sua insegnante non se ne accorgesse altrimenti sarebbero stati dolori!

Mamma Mirella le aveva detto, giusto qualche giorno prima, in modo perentorio; “Eh cara Antonella se mi porti a casa un'altra insufficienza in storia sono dolori … quella che ti piaccia o meno bisogna solo studiarla … non c’è niente da capire in questa materia!”

Antonella tornò “con i piedi per terra” in tempo per sentire l’ultima frase della Fabietti: “Ragazzi dovete farmi una bella ricerca, e senza farvi aiutare dall’intelligenza artificiale però.

E il soggetto del tema della ricerca dovranno essere i Forti o le Trincee della Prima Guerra Mondiale.

Mi raccomando siamo, quasi, verso fine anno scolastico e questo lavoro potrebbe valervi un bel voto in pagella.”

A quelle parole la ragazzina aguzzò occhi e orecchie … avrebbe avuto proprio bisogno di un bel voto in quella materia che assieme alla matematica erano il suo “tallone d’Achille”.

“ok” -penso- “la matematica è una battaglia persa al contrario della storia che aveva ancora margini per essere salvata e, quindi, recuperata…”.

Se solo si fosse impegnata un po' di più…

Antonella realizzò che di lì a breve ci sarebbero stati dei ponti festivi.

I classici ponti primaverili dei mesi di aprile e maggio e siccome le sarebbe toccato restare a casa in quanto la mamma come cuoca di un noto ristorante cittadino, al contrario degli altri genitori, avrebbe lavorato tanto valeva, allora, usare quei giorni liberi per svolgere questa ricerca per bene….

Di che cosa avrebbe potuto trattare?

Si fa alla svelta a dire “Prima Guerra Mondiale” ….

Cerca e ricerca e, finalmente, il suo interesse venne catalizzato su: “il Forte Verena”.

Come mai proprio quello?

Semplice per prima cosa era a due passi da casa e secondariamente Antonella era un’appassionata di escursioni, passione che le era stata passata dal papà Giacomo, e si ricordava quel forte per esserci andata l’autunno precedente.

Ma certo era stato un trekking abbastanza impegnativo per lei: 12 chilometri per 4 ore di camminata soste escluse però ne era valsa la pena.

Loro, lei e il papà, normalmente andavamo in montagna insieme a un gruppo di persone di un’associazione locale e tra di loro c’era anche Arturo un signore anziano che, tuttavia, era davvero un buon camminatore.

In tale occasione l’uomo aveva raccontato diverse cose interessanti su la “Grande Guerra” e sul Forte Verena che pian piano le tornarono alla mente seppur un po' confusamente.

Si ricordò pure la battuta fatta dal signor Arturo: “Ehi piccolina non sono così “vecchio” da esserci stato personalmente durante la Prima Guerra Mondiale, sai?

Tuttavia me ne ha parlato il più grande dei fratelli di mio papà e a forza di sentirlo parlare di queste vicende, quasi quasi, è come se fossi stato anch’io lassù e a quei tempi”.

“Ecco, allora, racconterò del Verena!” -disse fra sé e sé Antonella

“Però usare internet per fare una ricerca sarebbe stato anche troppo scontato!” – realizzò la ragazzina- “E allora cosa fare?”

Avrebbe domandato al signor Arturo…conosceva con precisione le sue abitudini…

Tutti i martedì pomeriggio alle ore 17 l’uomo ritornava, puntuale come una cambiale svizzera, dalla bocciofila e così l’avrebbe intercettato per chiedergli il suo aiuto.

Il caso voleva che fosse lunedì perciò detto, fatto.

L’indomani intercetto il signor Arturo a cui spiego ciò che le serviva e l’anziano signore si presto molto volentieri a raccontarle quanto sapeva a quel riguardo.

Però propose di andare in una vicina pasticceria così mentre raccontava del Forte Verena e della Grande Guerra Antonella avrebbe potuto prendere una cioccolata calda con qualche biscottino al burro che Antonella accettò più che volentieri, come rifiutare?

Et voilà il racconto del Verena che era considerato dagli austroungarici come “il dominatore dell’Altopiano” in quanto è a 2.015 metri sul livello del mare e ciò voleva dire essere al di sopra di tutti gli altri forti della zona e su cui si poteva spaziare a 360° gradi sugli altopiani di Lavarone, Asiago e Vezzana.

La costruzione del forte risale agli anni che vanno tra il 1910 e il 1914 come difesa del confine italiano con l’impero austro-ungarico in quella che oggi si potrebbe definire come la zona tra la provincia di Vicenza e il Trentino.

A vederlo il forte sembrava robusto e ben difeso tuttavia era solo apparenza dato che era stato fatto “in fretta e furia” e pure con dei materiali di seconda scelta.

Un esempio?

Si era usato il ferro delle carriole e delle posate per armare il cemento della struttura!

Tuttavia non appena il Regno d’Italia entrò in guerra per le prime due settimane di battaglia il Verena ne fu il centro dato che bombardò in maniera indisturbata le fortezze austroungariche.

Anzi questo Forte ha il primato di aver sparato all’alba del 24 maggio 1915 il primo colpo di cannone che diede iniziò alle ostilità sul fronte degli Altipiani.

 Lo sai vero Antonella che questa è la data in cui l’Italia entrò in Guerra? La ragazzina disse un sì non troppo convinto…

Arturo sorrise e proseguì con ancora maggiore foga il racconto…

È ovvio che i nemici non restarono a guardare e, difatti, risposero con altrettanta veemenza.

Ma questo non era certo il peggio che arrivò 20 giorni dopo l’inizio della Guerra.

Era il 12 giugno 1915 quando un colpo di artiglieria molto potente e sparato dalle posizioni austriache della Cost’Alta ruppe la sua corazza ed esplose dentro alla polveriera.

Questa deflagrazione uccise il comandante, due sottotenenti e 43 uomini.

Arturo disse: “Ti ricordi Antonella che quando ci siamo stati noi c’erano due lapidi dentro il forte che ricordano questo fatto? Eh sì perché il forte dopo essere stato ristrutturato ai giorni nostri è visitabile gratuitamente!”.

E, difatti, nei giorni a venire i danneggiamenti proseguirono … fu così che si optò per il mettere i cannoni allo scoperto usando, quindi, il forte solo ed esclusivamente come osservatorio.

Tra alti e bassi la Guerra fine ed era convinzione dei tecnici che la perforazione della cupola corazzata fosse colpa di una crepa nel rivestimento.

Ma non era così, sai Antonella?

Era colpa del fatto che i calcoli per la progettazione del Forte era stato fatto tenendo in conto il precedente armamento dei forti Verle e Luserna ed era quindi inadeguato per le nuove armi….

Arturo concluse con il riferimento al 22 maggio del 1916, si era nell’Offensiva di Maggio, quando il forte fu occupato dagli austroungarici e a cui rimase fino alla fine della Guerra.

Ma prima di salutarci vorrei dirti il motivo per cui la Prima Guerra Mondiale è definita “la Grande Guerra” perché scommetto che tu piccolina non lo sai….

È definita in questo modo in quanto è stata la prima guerra a coinvolgere anche i civili nel senso che gli uomini erano al fronte e le donne dovettero lavorare in fabbrica, ma non solo dato che, comunque, anche i soldati coinvolti furono tantissimi così come la durata della guerra medesima e tutto quanto nell’insieme le ha conferito tale nome….

Antonella ringrazio di vero cuore il signor Arturo, anche per la merenda che le aveva offerto, e se ne tornò a casa con un bel po' di appunti da trascrivere…

Questo lavoro la impegno davvero molto tuttavia fu ripagata da tanta fatica visto che all’interrogazione prese un bel 8 ½ che fu anche il primo della sua carriera scolastica!

Forse, forse che Antonella stava iniziando ad amare, almeno un pochino, la tanto odiata storia?


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