Martina e il Carnevale di Verona - Racconto Breve -
- Monica Palazzi
- 13 ore fa
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Martina e il Carnevale di Verona Racconto Breve e Inedito di Monica Palazzi
Buona lettura!!!
Martina è una ragazzina, vivace, di dodici anni che abita con la sua famiglia a Buttapietra che è un paese di circa 7.000 abitanti della provincia di Verona.
Fino ad allora ogni anno a Carnevale, come in qualsiasi altra occasione di vacanza, se ne andava con i genitori e il fratello gemello Mattia da qualche parte in giro per l’Italia se non per l’Europa.
Una volta in qualche località di villeggiatura invernale o di mare o di lago e altre occasioni nelle città d’arte.
Ne aveva viste davvero tante di cose lei e che bello, poi, il potersi vantare con gli amichetti della sua classe una volta ricominciata la scuola era un qualcosa senza eguali …
Ma quell’anno non sarebbe stato così.
Marta, sua mamma, pochi mesi prima aveva perso il lavoro.
L’azienda dove era impiegata da tanti anni come segretaria aveva chiuso i battenti definitivamente in quanto si era trasferita all’estero dopo il cambio di proprietà.
Certo qualche avvisaglia c’era stata, però Marta aveva sperato fino all’ultimo in un miracolo che non c’era stato.
La donna aveva provato a cercare un nuovo lavoro, certo, però a quarantaquattro anni dove avrebbe trovato qualcun altro disposto ad assumerla?
Ovvio, la speranza c’era però la realtà era ben diversa.
Al presente, quindi, dovevano farsi bastare in quattro il solo stipendio di papà Michele che era un semplice ragioniere….
Per tale motivo quest’anno, e forse anche quelli a venire, sarebbe stato all’insegna dell’austerità ….
Marta pensava a queste cose mentre stava sistemando la casa, ma soprattutto come farlo capire alla figlia Martina?
Sicuramente era lei “lo zoccolo duro” della famiglia dato che Mattia non aveva mai fatto una questione di stato circa le ferie…
Il ragazzo era un tipo molto sedentario e stava benone anche a casa dato che a lui bastava un libro poliziesco per farlo felice…
Tutto il contrario della sorella gemella…
E mentre stava facendo queste considerazioni sentì aprirsi la porta d’ingresso… i ragazzi erano arrivati a cada da scuola.
“Marty” -disse Marta appena la figlia entrò in casa- “ti ho preparato il tuo piatto preferito, sai?
Mattia avendo presagito la mal parata si limitò a dire che prendeva dei libri per andare a studiare da un amico e uscì di casa lesto lesto.
Anche Martina, naturalmente, aveva intuito “odore di bruciato” e disse: “Prima dimmi cosa devi dirmi poi vedo se mangiare oppure no”.
Marta disse tutto d’un fiato che quell’anno non ci sarebbe stato, nell’immediato, nessuna vacanza lontani da casa e l’alternativa sarebbe stata andare al Carnevale di Verona!
“Mamma ti rendi conto? Il Carnevale di Verona? Sono dieci chilometri da qua! Che vacanza è? Scherzi, vero?”
La ragazzina si alzo di scatto e andò di corsa verso la sua stanza dove entrò sbattendo la porta della sua camera!
Il tempo passò e Martina non è che avesse cambiato idea a riguardo tuttavia dovette adeguarsi alla scelta fatta dai genitori perciò non le restò altro da fare che partire con loro e Mattia per Verona.
Una volta arrivati lì papà Michele che è il “cicerone” della famiglia iniziò a raccontare di questa bella tradizione e di come fosse nata.
Spiegò che le origini del Carnevale di Verona sono antichissime.
Anzi è considerato a tutti gli effetti il carnevale più antico a livello europeo.
Prosegui con una piccola precisazione ossia che questi risaliva al tardo medioevo e a quando Tomaso Vico, medico del XVI secolo, decise attraverso un lascito nel testamento l’obbligo di dare ogni anno alla gente che risiede nel quartiere di San Zeno (dove c’è la basilica omonima) dei viveri tra cui anche gli gnocchi.
“Come mai questa decisione?” - domandò Mattia il curiosone del gruppo
Papà Michele dopo un attimo di suspence spiego che a quel tempo ci furono sia delle inondazioni sia le incursioni dei Lanzichenecchi di Carlo V e fu così che Verona ebbe una carestia come mai prima (e, forse, come nemmeno mai dopo).
Approfittando sia delle circostanze sia della difficoltà nel trovare le materie prime i fornai avevano aumentato i prezzi relativi alla produzione del pane.
Tuttavia si faceva difficoltà a reperire le materie prime per l’acquisto del pane da parte del popolo e, quindi, i fornai ebbero scarso interesse a farne perciò fermarono la produzione e anzi non vendettero nemmeno quello già fatto.
Tra una cosa e l’altra si arrivo al 18 giugno del 1531 quando la gente prese d’assalto, in quel di San Zeno, i forni per aggiudicarsi sia pane sia grano.
Ma non ci fu la rivolta generale grazie ad alcuni cittadini che mettendo i propri soldi decisero di rifocillare gli abitanti più bisognosi del quartiere.
La tradizione afferma che tra costoro ci fosse anche, per l’appunto, il Da Vico che è stato indicato come “istruttore e restauratore del Baccanale del Gnocco” dato che aveva distribuito, spontaneamente, sia pane sia vino sia burro sia farina così da preparare, come anticipato, degli gnocchi per tutti quanti.
Ma come mai proprio gli gnocchi? Perché allora gli gnocchi erano il piatto base della popolazione del popolo!
E, difatti, nella piazza di San Zeno c’è un tavolo in pietra dove si sedevano i poveri a mangiare il venerdì che precede l’inizio della Quaresima che è chiamato “Venerdì Consolar” (venerdì consolatore) che altro non è che il Venerdì Grasso.
Il papà concluse ricordando che se i carri allegorici sono il centro della sfilata, e le maschere del Carnevale di Verona sono certamente il cuore del folclore popolare che vanno a rappresentare i personaggi collegati alla tradizione della città e sono diventati l’identità stessa di Verona.
“La maschera che personalmente preferisco” -rivelò Michele- “è “Papà Gnocco” che è anche la maschera più antica a livello europea.
Chi è “Papa Gnocco”? Chiese Mattia tuttavia anche Martina seppur non volesse darlo a vedere si stava interessando a questa storia….
Rappresenta un simpatico vecchietto con tanto di barba lunga che indossa un mantello rosso e una tuba che sfila per le vie cittadine in groppa a un asinello. Capisci che è lui in quanto ha in mano una forchetta d’oro con tanto di gnocco che porta con sé come simbolo della tradizione gastronomica della città.
Papà Gnocco è, quindi, il re del Venerdì Gnoccolar che è il giorno centrale del Carnevale veronese!
E sapete che questo carnevale richiama tantissima gente da ogni parte del Veneto e non solo?
Ci sono circa sessanta carri allegorici e oltre settemila figuranti che passano per il centro storico di Verona!
E mentre stava dicendo queste cose videro passare la sfilata con in prima fila il Papà del Gnoco seguito a ruota da altre maschere locali come, ad esempio, quella de Il Duca de la Pignata e il Dio de l’Oro, quartiere di Santo Stefano, Il Sior de la Spianà (quartiere Stadio), Il Simeon de l’Isolo (quartiere di Veronetta) e tante altre ancora.
Michele spiego che con il passare del tempo questo Carnevale era arrivato a coinvolgere anche altri quartieri, oltre a quello di San Zeno, e ognuno di costoro ha un comitato con tanto di maschere della tradizione che sono ispirate o a un mestiere o a dei personaggi storici.
Michele dopo questa lunga, ma interessante spiegazione disse: “Ma ragazzi non avete fame? Non volete mettere sotto i denti qualcosa di dolce e buono? Come, ad esempio, “la torta russa”!”
Martina e Mattia sgranarono tanto di occhi e chiesero in coro: “Com’è la torta russa?”
E qui si inserì mamma Marta che spiego: “La torta russa è fatta con un impasto morbido e soffice a base di amaretti, mandorle e uova che risulta racchiuso in un bel guscio di pasta sfoglia ed è il dolce tipico della città”.
Era stata proprio una bella giornata realizzò fra sé e sé Martina e quante cose interessanti aveva imparato! Chi l’aveva detto che per imparare qualcosa si dovessero andare a chilometri da casa?
L’indomani ne avrebbe avute di cose da raccontare ai suoi amici che, difatti, restarono letteralmente a bocca aperta nel sentire questo racconto così interessante …
Che dire? Ancora una volta Martina aveva stupito il suo pubblico!
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