La Tradizione di Santa Lucia amata da Grandi e Piccini
Racconto breve e inedito
di Monica Palazzi
Buona lettura
Lucio è un ragazzo di trenta cinque anni, anzi per essere precisi li avrebbe compiuti fra qualche giorno vale a dire il 13 dicembre ossia il giorno in cui si festeggia Santa Lucia.
Si ricordava alla perfezione quando la nonna e la mamma gli raccontavano che era stato chiamato così, vale a dire Lucio, proprio in onere di quella Santa che nella terra bergamasca (e non solo) è molto sentita e festeggiata sia da grandi sai da piccini proprio pochi giorni prima di Natale.
E, forse, una volta cresciuto e preso da mille pensieri e da tante cose da fare non si era mai chiesto molto relativamente alla Santa di cui portava il nome (ovviamente in versione maschile) e adesso che di tempo libero ne aveva perché non fare una ricerca?
Lucio era a casa in malattia perché aveva avuto un incidente in moto.
Una macchina gli aveva mancato di precedenza e per evitarla il giovane era caduto a terra fratturandosi la rotula del ginocchio destro e adesso girava con le stampelle per la casa come un’animale in gabbia senza sapere come fare a far venire sera dato che prima di tornare al suo lavoro di guida turistica avrebbe dovuto fare la riabilitazione perciò sarebbero serviti ancora diversi mesi prima di tornare pienamente operativo.
Lucio si era trasferito ad Aosta inizialmente per lavoro, allora faceva la guida alpina, e poi ci era rimasto per amore dato che lì aveva conosciuto la donna della sua vita con la quale aveva creato la sua bella famiglia.
Ma la voglia di sapere qualcosa in più circa Santa Lucia non lo abbandonava anzi stava aumentando sempre più e fu così che dopo essersi preparato una buona cioccolata calda con qualche biscotto al burro si diresse di buon passo, per quanto ovviamente gli fosse possibile, verso il computer che accese per iniziare la sua ricerca.
Digitò nel browser “Santa Lucia e la sua tradizione nella bergamasca”.
Era consapevole che “Santa Lucia” si festeggiasse un po' ovunque, anche all’estero, però per il momento si sarebbe concentrato su come è festeggiata nella sua terra natale vale a dire Bergamo.
Era, forse, anche un po' di nostalgia della sua vecchia casa? Dei genitori. del fratello gemello e delle due sorelle più grandi che iniziava a farsi sentire? Può darsi!
Comunque sia la prima cosa che venne a sapere era che la tradizione di festeggiare Santa Lucia nella terra bergamasca si sviluppa nel periodo in cui la città orobica era appartenuta alla Serenissima.
E della Santa che cosa si sa?
Si sa che Santa Lucia, una giovane di Siracusa, nasce nel 283 e quando la madre si ammalò andò a Catania a pregare sulla tomba della patrona Sant’Agata per chiederne la guarigione della donna.
Sant’Agata apparve a Lucia e disse che avrebbe guarito la madre però invitò la ragazza a dedicare la sua vita agli ammalati e ai poveri cosa che la giovane acconsenti di fare.
Ruppe il fidanzamento, ma il fidanzato la denunciò per essere cristiana e così fu martirizzata e secondo la tradizione fu uccisa il 13 dicembre 304.
In seguito si disse che le furono cavati gli occhi ma , forse, questa è più una leggenda legata al nome “Lucia” che vuol dire luce e da qui il suo essere protettrice della vista.
Quello che è certo che la Santa fu sepolta nelle catacombe di Siracusa, ma il luogo esatto non fu rivelato per la paura che durante l’occupazione araba venisse trafugato.
Tanto più che si era convinti che i corpi dei santi proteggessero le città ….
Tuttavia un generale bizantino, con un sotterfugio, nel 1039 si fece rivelare dove fosse sepolta la Santa e la portò come dono nell’attuale Istambul all’imperatrice Teodora.
Nel periodo delle Crociate però il Doge Enrico Dandolo la portò nuovamente in Italia e, per l’esattezza, a Venezia presso la chiesa di San Geremia dove tutt’ora si trova.
La maschera d’argento che copre il volto della Santa fu fatta mettere nel 1955 dal futuro Papa Giovanni XXIII.
La devozione della Santa si è sviluppata da nord a sud, isole comprese, e ad esempio a Verona, Bologna, Palermo e Siracusa ci sono delle bancarelle in suo onore….
Anzi a Siracusa c’è una processione in cui si vestono dei costumi tradizionali e c’è pure un pane tipico a forma di occhi…
Queste ricerche stavano davvero appassionando molto Lucio che ora voleva sapere però perché alla Santa si abbinava anche il fatto di portare i doni ai bambini….
Il motivo per cui la tradizione vuole che Lucia porti i doni non si sa ancora bene.
Quello che è certo che prima dell’introduzione del Calendario Gregoriano il solstizio d’inverno, quello che segna l’inizio della stagione fredda, era nella giornata del 13 dicembre ossia quando si festeggia Santa Lucia.
Nelle campagne c’era la tradizione di dare, proprio in questa data, parte del raccolto ai contadini meno fortunati.
La tradizione vuole che, in un anno imprecisato, alcune donne di Cremona abbiano inviato su dei carretti trainati da asini dei sacchi di grano ai Contadini di Brescia.
La distribuzione fu fatta nella notte tra il 12 e il 13 dicembre e si disse che questo fu possibile per intercessione della Santa.
Può essere che la tradizione dei doni sia nata da questa usanza contadina? 😊
I doni, in epoca più recente, erano per lo più per i più piccoli e, inizialmente, veniva dato loro della frutta e qualche abito con pochi giochi…solo in un secondo momento il donare dei giocattoli ha preso il sopravvento.
Ma c’è anche un’altra tradizione tipica della bergamasca, seppur forse ci sia anche in altre parti del Globo, che è legata alla Santa ossia la tradizione delle letterine.
E Lucio si ricordò, difatti, che da piccolo il papà o il nonno portavano lui e i suoi fratelli in centro a Bergamo, in una chiesa, per lasciare la loro letterina …
L’anno preciso in cui è stata introdotta questa usanza nella terra bergamasca non si sa, ma quello che è certo che sia iniziata a diffondersi negli anni Trenta del 1900.
Non si sa nemmeno chi ne sia stato l’ideatore … probabilmente un sacerdote addetto alla chiesa…
Ma che chiesa era? Abitava da diversi anni, come detto ad Aosta, e rientrava giusto un paio di volte all’anno a Bergamo perciò era per questo motivo che i ricordi della sua città natale si stavano affievolendo sempre di più…
Ma grazie a Internet non faticò molto a trovare pure “la chiesa delle letterine” in via XX Settembre di Bergamo.
Ma sì certo…In quella chiesa c’era anche il contenitore che raccoglieva tutte le letterine dei bambini …era proprio ai piedi dell’altare a Lei consacrato nella Chiesa di Santa Lucia…
Proseguendo nella ricerca scopri che in realtà la chiesa è dedicata alla Madonna dello Spasimo o Madonna Addolorata.
Però la chiesa è “abbinata” a Santa Lucia in quanto è ricca di opere d’arte e di stucchi tuttavia quello che colpisce maggiormente sia grandi sia piccini e l’immagine di Santa Lucia ….
A Lucio tornò alla mente anche quando la nonna diceva loro di lasciare una manciata di paglia e una carota per l’asinello che doveva trasportare i doni e che aveva certamente bisogno di rifocillarsi un po'…
“E perché non lasciare anche dei biscotti e del latte per la Santa?” Aggiungeva lui “Pure lei doveva rifocillarsi un po', non è vero?”
La sera di Santa Lucia poi i bambini dovevano andare a letto presto in quanto se la Santa fosse arrivata e li avesse trovati svegli avrebbe tirato loro una manciata di cenere negli occhi che li avrebbero resi cieci ecco il motivo per cui dovevano dormire subito e senza indugio alcuno!!
E si ricordava ancora quando la nonna diceva loro: “Bambini miei quest’anno avete fatto i bravi? Altrimenti la Santa vi porterà del carbone”
E quello per lui era un grande sprone a fare il bravo bambino per tutto l’anno!!
Poi gli risuonò nella mente anche la filastrocca che aveva imparato all’asilo che faceva più o meno così: “Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia, mamma mia Santa Lucia con la borsa del papà Santa Lucia Arriverà…. (forse aveva fatto un po' di confusione con le parole tuttavia gli sembrava che la filastrocca fosse, grosso modo, così…
Ma Lucio si domandò perché “la notte più lunga che ci sia?”
La notte più lunga che ci sia non è il solstizio d’inverno vale a dire tra il 21 e il 22 dicembre?
Fu così che scoprì che la notte tra il 12 e il 13 dicembre sembra solo quella più lunga in quanto il sole è molto basso perciò è poco caldo senza contare che sorge tardi e tramonta presto e poi, forse, per i bambini è anche la più lunga perché non viene più mattina per andare a vedere i doni che la Santa ha portato loro ….
Che bei ricordi era un peccato se fossero andati persi …
E nel mentre stava facendo queste considerazioni sentì la chiave nella toppa della porta che girava …. Caspita il tempo quel pomeriggio, immerso tra i ricordi dell’infanzia, era volato via assai velocmente….
Era arrivata sua moglie Valeria con i loro figli, due gemelli Roberta e Gabriele di tre anni, e fu così che decise di raccontare loro questa storia anzi, meglio, questa tradizione…
Mancava poco al 13 dicembre e i bambini erano ancora piccoli perciò avrebbero certamente gradito questa nuova ricorrenza e fu così che da quell’anno si sarebbe sempre festeggiato Santa Lucia anche in casa loro ad Aosta perché oltre a far felice i due piccoli questa ritrovata tradizione avrebbe fatto felice anche lui ne era certo….
Ma l’idea migliore fu di Valeria: “Perché non portiamo i bambini a Bergamo proprio per la festa di Santa Lucia? Così che possano imbucare le loro letterine nella chiesa delle letterine di Santa Lucia?” ….
Detto, fatto e di questa improvvisata ne furono felici anche i nonni, gli zii e i cuginetti che era da Ferragosto che non li vedevano e pure questo divenne una tradizione nella famiglia di Lucio 😉 tutti gli anni d’ora in poi per il 13 dicembre tutta la famiglia sarebbe andata a Bergamo per Santa Lucia.
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